Anche Internet ha bisogno della Chiesa


computer«La proclamazione di Cristo richiede una profonda conoscenza della nuova cultura tecnologica», lo ha affermato qualche giorno fa Benedetto XVI invitando i vescovi europei ad esaminare «questa nuova cultura e le sue implicazioni per la missione della Chiesa». Alla Commissione episcopale europea per i media (Ceem) – riunitasi in Vaticano per discutere su “La cultura di Internet e la comunicazione della Chiesa” – Papa Ratzinger ha precisato che per i nuovi media “è importante considerare non solo la loro indubbia capacità di favorire il contatto tra le persone, ma anche la qualità dei contenuti che esse sono chiamate a mettere in circolazione”, per far sì che “tutte le persone di buona volontà, attive nel mondo emergente della comunicazione digitale, si impegnino nel promuovere una cultura del rispetto, del dialogo, dell’amicizia, perché anche Internet ha bisogno della Chiesa”.

“Internet – afferma mons. Jean-Michel di Falco Léandri, presidente della Ceem – non è solo un recipiente che raccoglie diverse culture. Internet è cultura. Internet produce cultura. E allora appare evidente chiedersi quale rapporto intrattiene questa ‘nuova’ cultura con la comunicazione della Chiesa. Una comunicazione che è iniziata più di 2000 anni fa”.

Nel maggio scorso, Benedetto XVI – in occasione del Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali – aveva messo in evidenza l’importante contributo delle nuove tecnologie di comunicazione: “In effetti, le nuove tecnologie digitali stanno determinando cambiamenti fondamentali nei modelli di comunicazione e nei rapporti umani. Questi cambiamenti sono particolarmente evidenti tra i giovani che sono cresciuti in stretto contatto con queste nuove tecniche di comunicazione e si sentono quindi a loro agio in un mondo digitale che spesso sembra invece estraneo a quanti di noi, adulti, hanno dovuto imparare a capire ed apprezzare le opportunità che esso offre per la comunicazione”.

Occorre però – chiarisce il Pontefice – “essere attenti a non banalizzare il concetto e l’esperienza dell’amicizia. Sarebbe triste se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare on-line le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando, infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo, la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale. Ciò finisce per disturbare anche i modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per un sano sviluppo umano”.

Dunque l’era del web potrebbe aprire una nuova pagina di storia in ordine all’annuncio del Vangelo. Di per sé, questo è già accaduto con la presenza in rete di moltissimi Blog e Siti personali che mettono a tema la fede cristiana, talvolta con notevole competenza.

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